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43° posto nella classifica climatica: un campanello d’allarme per l’Italia

Il posizionamento dell’Italia nel nuovo Climate Change Performance Index non è un verdetto definitivo, ma un invito ad accelerare verso un futuro energetico più giusto, pulito e competitivo.

Ogni anno, il Climate Change Performance Index (CCPI) mette a fuoco quanto i principali Paesi del mondo stiano contribuendo – o rallentando – la lotta contro il cambiamento climatico.
L’edizione 2025 lancia un chiaro segnale anche all’Italia, che si colloca solo al 43° posto su 63, tra Indonesia e Cipro, con un rating complessivo considerato “low”.

Ma non si tratta di una bocciatura immutabile. È piuttosto una fotografia utile per riflettere sul presente e soprattutto per orientare le scelte future, in un momento storico in cui accelerare la transizione energetica non è più un’opzione, ma una necessità strategica.

Cos’è il CCPI e perché è importante

Il CCPI è uno strumento indipendente di monitoraggio delle performance climatiche globali, pubblicato ogni anno dal 2005 da Germanwatch, NewClimate Institute e CAN (Climate Action Network).
Valuta 63 Paesi e l’Unione Europea – responsabili di oltre il 90% delle emissioni globali – sulla base di quattro categorie:

  • Emissioni di gas serra
  • Fonti rinnovabili
  • Uso dell’energia
  • Politiche climatiche

Le valutazioni si basano su dati pubblici e sul contributo di oltre 450 esperti internazionali.

Il 43° posto dell’Italia: un segnale d’allarme

Nel ranking 2025, i primi tre posti del CCPI restano vuoti: nessun Paese è oggi pienamente allineato agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Ma l’Italia è lontana anche dai migliori tra i "non perfetti". Ecco alcuni fattori che hanno inciso negativamente sul punteggio italiano:

  • Riduzione delle emissioni troppo lenta: solo 38° posto per trend di riduzione.
  • Politiche climatiche inadeguate: 55° posto, con un PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) giudicato poco ambizioso.
  • Dipendenza da fonti fossili: nonostante la crescita delle rinnovabili, si continua a puntare sul gas e si riapre il dibattito sul nucleare.
  • Iter burocratici troppo lunghi: rallentano l’autorizzazione e la realizzazione di nuovi impianti.

Dove possiamo fare la differenza

Il posizionamento dell’Italia nel CCPI 2025 non è un giudizio definitivo, ma un segnale utile per migliorare.
Il nostro Paese ha solide basi: competenze, imprese innovative, tecnologie già mature. Ciò che manca, oggi, è una direzione più chiara e condivisa.

In un contesto globale in cui la transizione energetica è sempre più centrale, rafforzare la coerenza tra obiettivi e azioni può rappresentare un’opportunità per il nostro Paese: per innovare, attrarre investimenti, creare occupazione e contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico.
Serve una visione a lungo termine che metta al centro la transizione energetica come leva di crescita e competitività.

Per migliorare il posizionamento italiano – e soprattutto la qualità della nostra risposta alla crisi climatica – è necessario:

  • Investire con decisione nelle fonti rinnovabili, con strumenti stabili e duraturi.
  • Snellire gli iter autorizzativi, semplificando regole e tempi per accelerare lo sviluppo di nuovi impianti.
  • Rendere più ambizioso il PNIEC, con obiettivi chiari e misurabili, in linea con quelli europei.
  • Coinvolgere cittadini, imprese e territori, per rendere la transizione giusta e condivisa.

Il nostro impegno nella transizione

In qualità di azienda attiva nel settore delle energie rinnovabili, in L&L crediamo che ogni dato, come quelli forniti dal CCPI, rappresenti un’opportunità per migliorare. Il nostro lavoro quotidiano è orientato a rendere l’energia pulita più accessibile, efficiente e integrata nel tessuto economico e sociale del Paese. Siamo convinti che l’Italia possa risalire la classifica del Climate Change Performance Index solo attraverso azioni concrete e condivise. Per contribuire al cambiamento:

  • Progettiamo e realizziamo impianti da fonti rinnovabili che contribuiscono concretamente alla transizione.
  • Collaboriamo con enti pubblici e privati per promuovere soluzioni integrate e sostenibili.
  • Favoriamo una cultura dell’energia pulita, coinvolgendo comunità e stakeholder.

Scopri il report completo [CCPI 2025] per approfondire dati, trend e scenari.
E visita la gallery dei nostri impianti: testimonianze concrete del nostro contributo alla transizione energetica.