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Eolico: il 2022 sarà l’anno della svolta?

Quest’anno la Giornata Mondiale del Vento cade in un momento di estremo cambiamento. L’industria eolica ha le carte in regola per guidare la transizione energetica, a patto di aumentare la velocità delle nuove installazioni.

Come ogni anno,  il 15 giugno, celebriamo la Giornata Mondiale del Vento promossa in Italia dall'ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) e a livello globale da WindEurope e Global Wind Energy Council (GWEC). 

Il Global Wind Day, istituito per la prima volta nel 2007, nasce per diffondere universalmente la conoscenza e il ruolo dell’energia eolica nella lotta ai cambiamenti climatici e nella decarbonizzazione del sistema energetico.

La potenzialità del settore eolico in Italia è elevata ma non del tutto espressa: nel 2021 ha coperto circa il 7% del fabbisogno elettrico del Paese.

A fine aprile 2022, secondo i dati Terna, si contano in esercizio 5.817 impianti con una potenza installata di 11,3 GW, a fronte dell’obiettivo del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) del 2019 di 19,3 GW al 2030.

Per traguardare l’ambizioso target disposto dal pacchetto Fit for 55 di ridurre le emissioni in Europa almeno del 55% entro il 2030, è però necessario rivedere al rialzo questo obiettivo e attendere la prevista revisione del PNIEC.

I grandi impianti eolici sono installatati prevalentemente nelle regioni del Sud e isole: Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna.

Fonte: Terna

Le tappe della decarbonizzazione italiana sono scandite dagli impegni europei e vede come fattore chiave una forte accelerazione del contributo delle energie rinnovabili, in gran parte eolico e fotovoltaico.  

A tal fine il Piano per la Transizione Ecologica (PTE), redatto dal MiTE a partire dalle linee già delineate dal Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) e proiettandole al completo raggiungimento degli obiettivi al 2050, fissa un nuovo target per le rinnovabili al 2030: 72% (circa 70 GW di potenza installata).

Un’ulteriore spinta a sbloccare gli investimenti sulle energie pulite arriva dalla parziale chiusura degli approvvigionamenti europei dalla Russia, mettendo al centro delle priorità economiche e politiche il tema della sicurezza energetica e del conseguente incremento dei prezzi, in particolare del gas.  

Il Renewable Energy Report , presentato a maggio da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, ha evidenziato che nel 2021 l’Italia ha registrato un aumento delle nuove installazioni. L’aumento è stato trainato dalla nuova capacità di fotovoltaico pari a +935 MW (+30% rispetto al 2020), seguito dall’eolico che con +404 MW ha registrato la crescita più marcata (+30% rispetto al 2020).

Per raggiungere gli obiettivi del Piano di Transizione Ecologica (PTE) – conclude lo studio – “serve un rilevante cambio di passo rispetto ai tassi attuali di installazione, che richiede un installato totale di rinnovabili tra i 125 e i 130 GW, per il raggiungimento dei quali è necessario un tasso di installazione di circa 1,75 GW/anno per l’eolico e 5,6 GW/anno per il fotovoltaico. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 sarà necessario installare in Italia almeno 60-65 GW di nuova capacità produttiva da fonti rinnovabili non programmabili (FRNP, solare fotovoltaico, eolico on-shore ed eolico off-shore). L’Italia vedrebbe così non solo una drastica riduzione della propria dipendenza energetica, ma potrebbe anche raggiungere livelli molto competitivi del costo dell’energia grazie alla disponibilità di risorse come sole e vento”.

Sullo sfondo di questa rivoluzione energetica, L&L ha stabilito obiettivi di crescita sostenibile e ha avviato importanti investimenti, a partire da cinque nuove turbine eoliche da 950 kW, tra la Puglia e la Basilicata (Ansi Vulganello, Ascoli, Avigliano, Foggia, Candela), che saranno in grado di evitare ogni anno l'emissione in atmosfera di 12.700 tonnellate di CO2 e di assicurare oltre 16.600.000 kWh di energia green.