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Transizione energetica: così vicina così lontana

Impariamo dal passato per ridare nuovo slancio allo sviluppo di fonti rinnovabili e ridurre l'uso di petrolio, gas e carbone. Le aziende del settore hanno tutte le carte in regola per arrivare a 85 GW di energia elettrica entro il 2030.

Uno degli obiettivi fondamentali delle politiche economiche e ambientali europee per rispettare l’impegno di Parigi e contenere l'incremento della temperatura globale a 1,5 gradi, è l’avvio rapido della transizione energetica verso una progressiva decarbonizzazione, da completare entro metà di questo secolo.

Per l’Europa è urgente liberarsi dall’utilizzo dei combustibili fossili responsabili di circa il 75% delle emissioni di CO2 e della dipendenza energetica dalle importazioni provenienti da aree del mondo radicalmente instabili.

Insieme al miglioramento dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle energie rinnovabili sia elettriche sia termiche rappresenta parte della soluzione per limitare i consumi di combustibili fossili.

Nel tempo le rinnovabili italiane hanno seguito un andamento discontinuo, con un periodo iniziale di rapido decollo e poi una decisa stagnazione.

Nel settore elettrico tra il 2008 e il 2014 la quota italiana di rinnovabili, per lo più solare fotovoltaico, è più che raddoppiata, passando dal 16,6% al 33,4%. Nel settore termico l’incremento si è realizzato nel periodo 2004-2009, quando la quota di consumi è quasi triplicata (dal 5,7% al 16,4%).

Dal 2014 la crescita delle rinnovabili in Italia si è quasi del tutto fermata, passando dal 6,3% nel 2004 al 17,1% nel 2014 (target raggiunto) per poi arrivare al 18% nel 2019. Nel periodo 2015-2019 - escludendo il 2020 largamente condizionato dall’emergenza sanitaria da Covid - la quota di rinnovabili nella produzione elettrica italiana è cresciuta solo di 0,7 punti, a fronte dei 2,1 della media UE e di valori superiori in tutti gli altri grandi Paesi europei, mentre nel settore termico la crescita è stata pari a 0,4 punti percentuali contro i 2,1 della media europea. (Fonte: Rapporto Circonomia, 2022).

Segnali positivi di una ripresa delle rinnovabili emergono nel 2021 e 2022, influenzata da un costo sempre più competitivo e dalle recenti semplificazioni disposte dal Governo.

Nel primo semestre 2022, secondo le stime Anie, siamo a 1,2 GW di nuova potenza allacciata (con fotovoltaico quasi triplicato rispetto al primo semestre 2021). Per raggiugere gli obiettivi 2030, a partire dal 2023 dovremmo tenere una media di 10 GW/anno. (Fonte: Italy For Climate - 2022).

Transizione energetica: Trend fonti rinnovabili

In questo contesto l’Italia è chiamata a fare un salto di qualità puntando a conquistare una posizione di leader grazie alla ricchezza di fonti disponibili in natura come vento e sole.

Secondo la proposta di Italy for Climate, spin off della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, entro il 2030 l’Italia dovrà diminuire significativamente i consumi di tutti i combustibili fossili. In prospettiva il consumo di carbone dovrà ridursi di almeno il 63%, quello di prodotti petroliferi del 43% e quello di gas del 33%.

Per centrare il taglio del 55% delle emissioni di gas serra e portare la quota delle energie rinnovabili ad almeno il 45% (REPowerEU, 2022), dovremo ridurre i consumi energetici e raddoppiare gli attuali livelli di consumo di energia rinnovabile arrivando a installare l’85%.

La transizione energetica verso le rinnovabili, stando alla roadmap di Elettricità Futura la principale associazione del mondo elettrico italiano, sarebbe raggiungibile con una progressione annua che parte da 5 GW nel 2022, arriva a 29 GW entro il 2025 e infine a 85 GW nel 2030.

Transizione energetica: Piano sviluppo rinnovabili

Il Piano è un percorso a tappe che consentirebbe una graduale accelerazione verso l’indipendenza energetica e la creazione di quasi mezzo milione di nuovi posti di lavoro entro il 2030.

Sono previsti investimenti cumulati del settore elettrico e della sua filiera industriale per 309 miliardi di euro in 8 anni e una riduzione del 75% delle emissioni di CO2 del settore nel 2030 rispetto al 1990. 

L’obiettivo di arrivare all’85% di energia green entro 8 anni è alla nostra portata, pur in presenza di una crescita del consumo di elettricità da 318 a 360 TWh e da una dipendenza dalle fonti estere che dobbiamo il più rapidamente possibile limitare per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro.