27 Dicembre 2024 News
Il 2024 è stato un anno di profondi cambiamenti che ha influenzato il nostro modo di guardare al domani. Alcuni di questi appaiono molto complessi, ma i segnali positivi rappresentano un contraltare, tessere di un mosaico che disegna un futuro diverso da quello immaginato solo dodici mesi fa.
Il riscaldamento globale e i suoi effetti sono ormai diventati la nuova normalità. Gli ultimi due anni hanno rappresentato un duro promemoria di questa realtà, con il 2023 registrato come l'anno più caldo di sempre, superato poi già nel 2024.
Il 2024 ha segnato un ulteriore allarme per il clima e l'ambiente in Italia. La temperatura media annua è stata superiore alla media climatica in tutto il Paese, con anomalie di oltre +1,5°C in molte regioni, specialmente al Centro-Sud e nelle Alpi. Anche le temperature superficiali marine hanno raggiunto livelli record.
I ghiacciai italiani continuano a subire perdite significative. Secondo il programma Copernicus, i ghiacciai alpini hanno registrato uno dei ritiri più marcati della storia recente. Il Ghiacciaio del Lys, uno dei più importanti della Valle d’Aosta, ha perso il 33% della sua superficie rispetto al 1860, arretrando di 3,4 chilometri.
Sul fronte energetico, le rinnovabili crescono, ma non abbastanza per centrare gli obiettivi del 2030. Sebbene il Paese abbia superato il traguardo del Decreto Aree Idonee con 17.880 MW installati tra il 2021 e il 2024, l’andamento delle nuove installazioni rimane insufficiente per raggiungere i 80 GW previsti per la transizione energetica
La crisi delle auto elettriche rappresenta un ulteriore ostacolo: il mercato italiano ha registrato un calo del 10,7% a settembre, contribuendo al rallentamento europeo.
Il consumo di suolo rimane un problema critico. Nonostante un rallentamento, ogni 24 ore vengono cementificati 20 ettari, con il 7,16% del territorio italiano ormai urbanizzato. Questo fenomeno riduce servizi ecosistemici cruciali, come l’assorbimento dell’acqua, causando danni economici stimati in 400 milioni di euro all’anno e perdite in biodiversità e produzione agricola.
Gli impatti negativi del cambiamento climatico in Europa non si limitano ai devastanti eventi meteorologici estremi. La sicurezza idrica è a rischio, con il 20% del territorio europeo già soggetto a stress idrico. Anche la sicurezza alimentare è minacciata dal degrado del suolo, che colpisce il 60-70% dei terreni. Tra il 2021 e il 2023, le perdite economiche causate da condizioni meteorologiche estreme hanno superato i 162 miliardi di euro.
Per far fronte a queste sfide, l'Unione Europea ha implementato misure ambiziose attraverso il Green Deal europeo e l'8° programma d'azione per l'ambiente. Queste iniziative hanno portato a significativi progressi: le emissioni nette di gas a effetto serra sono diminuite del 37% rispetto ai livelli del 1990, grazie al pacchetto "Pronti per il 55%", al piano REPowerEU e ai crescenti investimenti nelle energie rinnovabili.
Nonostante i progressi, l'Unione Europea deve raddoppiare gli sforzi per affrontare l’intensificarsi degli impatti climatici e il continuo degrado ambientale.
Per raggiungere gli obiettivi climatici e di sostenibilità, è necessario un impegno concreto da parte dei decisori politici dell'UE per garantire la piena attuazione della legislazione esistente. Questo richiede un'accelerazione significativa nella riduzione delle emissioni, nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nella protezione dell’ambiente, con misure che assicurino il sostegno alle popolazioni più vulnerabili.
Il nuovo ciclo politico rappresenta un’opportunità per definire un’agenda energetica lungimirante, capace di garantire risorse naturali stabili, migliorare la resilienza dell’UE, rafforzare la sicurezza alimentare, ridurre le disuguaglianze, consolidando al contempo la competitività europea.
La transizione energetica non è solo una questione tecnologica: richiede un cambiamento culturale e sociale. Nel nuovo contesto economico e geopolitico globale, accelerare la transizione è diventato essenziale per garantire autonomia energetica e sostenibilità. Sebbene l’Italia sia quintultima in Europa per autonomia energetica, il nostro Paese vanta risorse straordinarie: secondo in Europa per disponibilità di risorse rinnovabili, possiamo triplicare la nostra indipendenza energetica fino al 58,4%, sfruttando sole, vento, acqua e rifiuti.
È tempo di costruire un futuro competitivo, equo per tutti e rispettoso dell’ambiente, a beneficio delle generazioni di oggi e di domani.
E per dicembre è tutto: ci risentiremo quando saremo nel 2025. Non ci resta che augurarvi buone feste, ci ritroviamo dall’altra parte.