Newsroom

Transizione ecologica: la parola agli imprenditori

Da un lato l’incertezza sul futuro, dall’altro la consapevolezza che la transizione ecologica sia comunque un cambiamento necessario per migliorare il posizionamento sul mercato e salvaguardare la continuità aziendale. Questo il quadro che emerge dall’indagine di EY e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile su 1000 aziende italiane.

In un clima di grande volatilità, amplificato dalla guerra in Ucraina, dalle crisi energetica ed ambientale, le imprese si trovano a dover affrontare nuove e crescenti sfide. Orientarsi in questo complesso e mutevole scenario non è facile.

Tuttavia, dall’indagine Le imprese italiane e la transizione ecologica condotta da EY in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile emergono alcuni trend positivi e significativamente interessanti.

I dati forniscono un quadro generale confortante sull’impegno delle imprese e sulle loro aspettative. 

Per 8 aziende su 10 (l’83% del campione) la transizione ecologica è vista oggi, più che mai, come un cambiamento necessario per affrontare la crisi climatica e la scarsità di risorse, come un'opportunità strategica per aumentare la resilienza dei propri sistemi, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e al tempo stesso utilizzando i materiali in modo più efficiente e circolare.

Realizzata a settembre 2022, la ricerca offre la fotografia attuale di come un campione di 1.000 imprese italiane (piccole sopra i 10 dipendenti, medie e grandi, appartenenti ai principali settori) stia vivendo la transizione ecologica in questo periodo storico.

I DATI PRINCIPALI

I dati mostrano come molte imprese italiane stiano accelerando il percorso verso questo cambiamento green: oltre una su due ha già adottato misure per usare in modo più efficiente energia ed acqua (55%), il 49% per ridurre e per riciclare i propri rifiuti e il 34% nell’utilizzo di fonti rinnovabili.

benefici già riscontrati riguardano la riduzione dei costi operativi (27%), il miglioramento reputazionale (24%) e il consolidamento di partnership strategiche (15%).

Le aspettative degli imprenditori sugli effetti delle misure adottate sulle proprie imprese sono in buona parte positive: il 51% ritiene che contribuiranno a migliorare il posizionamento dell’azienda e il 60% che promuoveranno investimenti per innovazioni.

La sostenibilità non è considerata un costo extra, bensì il prezzo dell’innovazione, un investimento il cui ritorno si riflette sulla qualità dei prodotti e in un miglioramento delle performance ESG.

Il 76% delle imprese intervistate ritiene che il nostro Paese dovrebbe farsi promotore della transizione ecologica, perché questo permetterebbe di posizionarsi all’interno del gruppo avanzato delle economie mondiali.

La ricerca ha inoltre evidenziato come un numero crescente di realtà aziendali riconosce l’importanza del proprio ruolo nel guidare e realizzare questa trasformazione e di come possono fornire un contributo concreto alle comunità e alla salvaguardia del territorio per il benessere delle generazioni presenti e future.

Tra le priorità espresse dagli intervistati, guardando in senso più ampio allo sviluppo sostenibile, c’è quella di formare competenze più specifiche sulle diverse tematiche ecologiche e quella di rafforzare la collaborazione tra i diversi stakeholder: cittadini, autorità pubbliche, ricerca e università, terzo settore, ecc.

All’orizzonte si prospetta un periodo di profondi cambiamenti e, se ogni attore chiamato in causa farà la sua parte, potremo trasformare radicalmente il nostro modello attuale, rendendolo più resiliente, più competitivo e più sostenibile.

(Fonte: Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - Relazione sullo stato della green economy. Focus: le imprese italiane e la transizione ecologica. Ottobre 2022 - https://www.fondazionesvilupposostenibile.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/Relazione-sullo-stato-della-green-economy-2022-media-risoluzione.pdf).