DAL BIOMETANO, FERTILIZZANTI
PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

In questa fase storica, in cui la transizione ecologica è diventata la priorità ineludibile di tutti, il sistema produttivo agricolo e la struttura dell’intera filiera agroalimentare sono chiamate a concorrere in maniera rilevante allo sviluppo sostenibile attraverso l’uso efficiente e circolare delle risorse e la conservazione della biodiversità. Occorre investire in modo mirato puntando sulla ricerca, avvalendosi di tecnologie mai prima d’ora utilizzate. Molteplici nuove innovazioni consentono di migliorare la qualità dei prodotti e dei modelli produttivi contribuendo in modo significativo a ridurre l’impatto ambientale sull’ecosistema suolo e sul riscaldamento del pianeta.

In L&L abbiamo fatto nostre le sfide di carattere climatico e ambientale che il sistema si trova ad affrontare, ponendoci l’obiettivo di sviluppare bio fertilizzanti di alta qualità sfruttando le biomasse utilizzate per la produzione dibiometano avanzato.

Nei nostri bio fertilizzanti sono presenti microrganismi viventi che migliorano la funzionalità dei terreni, evitando fenomeni di eccessivo depauperamento della risorsa e contribuendo a mantenerne inalterata la fertilità e la capacità di nutrire le colture. 

Nei nostri impianti di produzione di biometano trattiamo sottoprodotti agro-zootecnici, principalmente deiezioni animali, triticale e sorgo, che vengono trasformati in biogas e digestato. Il digestato, la porzione di biomassa residua indigerita o parzialmente digerita al termine del processo di digestione anaerobica, opportunamente trattato presenta ottime caratteristiche ammendanti e concimanti. Il fertilizzante così ottenuto contribuisce a accrescere la qualità delle colture e a preservare il suolo in un’ottica di breve e di lungo periodo. L’utilizzo agronomico del digestato, igienicamente sicuro e biologicamente stabile, ricco di elementi nutritivi importanti quali azoto, fosforo e potassio, è l’alternativa sostenibile ai fertilizzanti di sintesi.

I FERTILIZZANTI,
TRA PASSATO E FUTURO

Una delle grandi sfide che l’umanità deve affrontare è nutrire una popolazione mondiale che cresce di anno in anno. La fame colpisce ancora oltre 800 milioni di persone nel mondo. Più di 149 milioni di bambini e bambine di età inferiore ai cinque anni soffrono di disturbi della crescita (rachitismo o bassa statura rispetto all’età).

L’attuale sistema di produzione agricola ha avuto inizio negli anni ’60 con la “rivoluzione verde” o green revolution. La rivoluzione verde, avviata in Messico nel 1944 dal premio Nobel per la pace e scienziato statunitense Norman Borlaug con l’obiettivo di ridurre le aree a rischio di carestia, ha permesso di incrementare le rese produttive per ettaro grazie al ricorso di piante ibride, nate cioè dall’incrocio di piante diverse, all’uso di fertilizzanti e pesticidi e a particolari tecniche di irrigazione. Queste innovazioni hanno permesso di soddisfare la crescente domanda di cibo della popolazione mondiale in continuo aumento. L’agricoltura industrializzata praticata sulla base di questo modello ha comportato però un notevole aumento dei consumi di acqua, di energia fornita dai combustibili fossili e di additivi chimici sotto forma di fertilizzanti e pesticidi, determinando impatti pesanti sull’ambiente e sulla salute umana e animale.

Da alcuni anni questo tipo di agricoltura è messa in discussione a causa degli effetti deleteri sulla biodiversità e sul clima: inquinamento delle falde e eutrofizzazione delle acque, accumulo di residui tossici nell’intera catena alimentare, incremento del tasso di emissioni climalteranti e inquinanti, degrado chimico-fisico e biologico del suolo. L’uso di fertilizzanti e pesticidi ha alterato gli ecosistemi e gli equilibri ambientali provocando conseguenze rilevanti su flora e fauna, tra le quali la riduzione della diversità genetica dei sistemi viventi, la diminuzione degli agenti impollinatori e l’indebolimento del controllo biologico naturale di parassiti e malattie.

In questi ultimi decenni, soluzioni produttive alternative, come la biotecnologia vegetale e la bioagricoltura, hanno dimostrato un potenziale enorme sul piano puramente commerciale e su quello dello sviluppo di filiere agroalimentari più sane ed ecompatibili.

Da un lato la biotecnologia vegetale si concentra sull’identificazione e la manipolazione delle specie vegetali per ottenere piante coltivate più resistenti alle malattie e agli stress abiotici, come siccità, salinità, temperature estreme o inquinanti. D’altra parte, la bioagricoltura si pone come obiettivi l’uso più efficiente e sostenibile delle risorse disponibili (acqua, suolo, energia) e l’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari più sicuri, naturali ed ecologici. In questo senso, è importante sottolineare l’enorme importanza della diversità dei microrganismi che sono associati alle radici delle piante. Questa comunità microbica, composta da centinaia di migliaia di specie diverse, è fondamentale per la salute e la nutrizione della pianta in quanto ha una notevole influenza sulle interazioni tra radici, minerali, composti organici e soluti, e quindi sul ciclo biogeochimico di elementi.

Lo sviluppo di nuovi biofertilizzanti nasce come risposta alla ricerca di nuovi prodotti più sostenibili e rispettosi dell’ambiente e dell’uomo. L’attività di ricerca del settore è orientata verso i nuovi biofertilizzanti ad ampio spettro che consentono un posizionamento più competitivo in un mercato in forte crescita. In alternativa ai prodotti delle grandi multinazionali, si pone la progettazione razionale di formulazioni probiotiche specifiche per regione e tipologia di coltura.

Questi nuovi bio fertilizzanti, specificamente progettati per le colture di riso, ortaggi, vitigni ed alberi da frutto forniscono naturalmente i nutrienti necessari per la crescita e lo sviluppo delle piante, riducendo la necessità di fertilizzanti sintetizzati chimicamente. L’uso di questi nuovi biofertilizzanti avrà un enorme impatto positivo sulla conservazione della biodiversità e sulla rigenerazione ambientale di moltissime aree rese via via meno fertili per l’uso intensivo di prodotti chimici.

I VANTAGGI DEL BIOFERTILIZZANTI

vantaggi e i benefici che derivano dall’utilizzo mirato del bio fertilizzante sono innumerevoli, tra i principali:

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Migliora l’assunzione di elementi nutrizionali

Alcuni nutrienti che sono presenti nel terreno non sono disponibili per la pianta perché sono di difficile assimilazione oppure troppo lontani dalle radici. Per cui è necessaria l’azione nel suolo di microrganismi, come i batteri solubilizzanti il fosforo o i batteri che fissano l’azoto, capaci di rendere questi elementi biodisponibili per la pianta.

Anche i funghi endomicorrizici, che vivono in simbiosi conle radici di talune piante, svolgono compiti essenziali per l’equilibrio degli ecosistemi. Essi posseggono dei trasportatori del fosfato ad alta efficienza, grazie ai quali trasferiscono il nutriente alla pianta difendendola da stress biotici e abiotici (bioprotettori).

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Aumenta la resistenza allo stress abiotico

I microrganismi migliorano la capacità di assorbire i nutrienti e velocizzano la crescita della pianta. Un mix che consente alle colture di diventare più resistenti a: calpestio, siccità, salinità, calore, ecc.

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Riabilita l’attività del suolo

I biofertilizzanti hanno la capacità di migliorare le funzioni e i sistemi naturali del suolo sfruttando l’azione dei microrganismi viventi nello stesso che ne ravvivano l’attività biologica.